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La stessa porta, la stessa maglia. Undici anni dopo.

Domenica 15 Settembre a Livorno il tempo si è fermato, o è semplicemente tornato indietro. E’ la magia del calcio, è la magia della Serie D.

Chissà se tra gli spettatori del Picchi qualcuno c’era, quel 10 Maggio del 2013, chissà se il destino aveva già disegnato un trama simile e, soprattutto, chissà che finale ha pensato per una storia che è iniziata ufficialmente il 15 di Settembre ma che probabilmente non è mai finita e che, forse, è destinata a chiudere qualcosa.

Il ritorno di Federico Dionisi a Livorno era già di per sé qualcosa di molto romantico, ma nessuno poteva immaginarsi che, poche ore dopo, il primo capitolo del secondo libro di quella che è destinata a diventare una saga avesse subito in serbo un qualcosa del genere. D’altra parte il Dio del Calcio è molto fantasioso.

C’erano tutti e due quel 10 Maggio, nell’ultima gara della stagione 2012-13 di Serie B, quella del ritorno in Serie A dopo la retrocessione di tre anni prima. Era l’ultima in casa degli amaranto che ancora erano in corsa per la promozione diretta e al Picchi c’era il Brescia, formazione che poi sarà avversaria nei play off.

C’erano tutti e due. Uno col numero 10 a dominare il centrocampo, l’altro con l’8 a illuminare le manovre d’attacco con i colpi di quel genio che ha sempre caratterizzato la sua carriera e che spesso è anche andato a braccetto con quel pizzico di sregolatezza che, forse, ha compromesso palcoscenici più importanti o quantomeno più visibili.

C’erano tutti e due anche 11 anni dopo, anche se per pochi minuti. Due categorie più sotto, un po’ meno gente allo stadio, meno telecamere sugli spalti, niente pannello per le interviste a bordocampo con relativo inviato e nessuna gara serale. Domenica alle 15.00. Come il calcio di una volta. Come quando eravamo bambini.

Il Livorno è sotto contro la Trestina. La porta dimensionale che fa viaggiare nel tempo si socchiude al 56′ quando entra l’eterno capitano Andrea Luci e si apre definitivamente al minuto 68, coordinata temporale in cui Russo lascia spazio a Federico Dionisi. Il tempo si ferma, o forse torna indietro, o magari va avanti. Le emozioni cominciano a essere tangibili.

Il resto lo potrà raccontare chi c’era con la Trestina e chi c’era con il Brescia. Dionisi non ha l’8 ma il 9, Luci non ha il 10 ma l’8. Ma poco importa. Sul cross dalla sinistra di Dionisi sembra colpire Rossetti, ma è di Luci il tocco che all’82° rimette tutto in parità. Dionisi per Luci. Poteva anche bastare così, sarebbe già stata notizia, sarebbe già stata storia.

Ma il Dio del Calcio, si diceva, è molto fantasioso e anche molto romantico, e allora in pieno recupero Rossetti viene atterrato in area. Per il direttore Giannì è calcio di rigore. Federico Dionisi in carriera ha calciato 38 rigori sbagliandone 5. Ma se c’è un rigore che non avrebbe sbagliato mai è proprio questo. Palla da una parte, portiere dall’altra, corsa sotto la curva e via la maglia.

E’ la prima vittoria della stagione, sono “solo” tre punti. Ma c’è già tanta magia.