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Dalla Serie A all’Eccellenza, ma la fame è sempre la stessa

Dalla Germania all’Italia, dai dilettanti fino a quasi il più alto livello del calcio nazionale. Certe carriere abbracciano tutto lo spettro di possibilità che uno sport come il calcio può offrire, condito naturalmente da quegli espedienti narrativi che rendono appassionante tutta la storia. Per quella di Davis Curiale si può partire dalla fine, dall’inizio o dal punto focale, quella sliding door che
prima o poi, in ogni vita, si presenta con puntualità metronomica. L’inizio può sembrare una storia come tante, quella di una famiglia italiana all’estero che poi ritorna al paese e da lì incomincia tutto. Nel caso di Davis il luogo d’origine si chiama Campobello di Mazara e quel tutto è una promozione in Serie D a soli 16 anni con un contributo di 9 reti in 18 gare. La seconda ipotesi narrativa è la chiamata di un compagno di mille battaglie, e la storia è simile perchè questa volta è l’amico ad essere tornato al paese, Terracina. Il progetto è ambizioso, la categoria però è l’Eccellenza. Nessun problema, mettersi in gioco è una scelta di personalità anche dopo una grande carriera, e spesso al Dio del calcio queste decisioni piacciono. Il progetto e la stagione, ovviamente, sono vincenti. E poi c’è la storia romanzata, la grande occasione, e quella stessa divinità del pallone che forse, in questo caso, si distrae: il Frosinone in Serie B a Gennaio del 2015 è in corsa per la prima storica promozione nella massima serie, trascinato dai gol del ragazzo di Germania, al quale si spalancano le porte della Championship. Lo vuole il Leeds di Cellino, e lui vuole l’Inghilterra convinto che la cadetteria inglese sia il suo habitat perfetto. La trattativa, però, salta per un problema burocratico e Curiale finisce a Trapani. Il Frosinone andrà in Serie A e mantiene il blocco della promozione, la storia di Davis prende altre pieghe, aggiungendo capitoli a un libro che è ancora da completare, in attesa della prossima piazza da scaldare. Naturalmente a suon di gol.

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